Il tema dell'uomo di successo che precipita e si riscatta è stato ampiamente svolto meglio di cosi
Trama e personaggi sono piuttosto banali e scontati
Irritante lo stile che inserisce termini di una sorta di slang giovanile che mal si adatta a un quarantenne. Anche le considerazioni teologico filosofiche sono piuttosto banali. Luca non è Jack Frusciante ma Brizzi sembra non rendersene conto
La primavera perfetta
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Il protagonista della nostra storia è Luca Fanti che poteva essere ritenuto un uomo fortunato: aveva una moglie bellissima, due magnifici figli e un ottimo lavoro.Poi però qualcosa va storto e gli errori della vita portano la sua a precipitare nel baratro a partire dal drammatico divorzio con sua moglie sino alla crisi sul lavoro e la lite con suo fratello. “ E poi arrivano senza preavviso tempeste capaci di squarciare le nostre sicurezze; ciò che ritenevamo eterno finisce in brandelli, e attraverso quegli strappi la sorte si affaccia a mostrare il suo volto. " Da che aveva tutto, Luca si ritrova a non avere più niente, costretto a combattere con una solitudine inaspettata.Che dire, lettori, questa non è propriamente il tipo di lettura che fa per me, purtroppo.Seppur l'infanzia del protagonista mi abbia colpito molto, non sono comunque riuscita a empatizzare col racconto.Intensa la trama e la storia, certamente, scritta molto bene e che parla di temi attuali e vicini a molti di noi sicuramente, ma non mi ha coinvolto come mi sarebbe piaciuto.È di certo però, un libro che consiglio a tutti gli amanti del genere perché se lo si è, è sicuramente capace di emozionare.
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