Recensito in Italia 🇮🇹 il 31 marzo 2020
Conoscevo già l'autrice dalla saga de Gli Eredi di Holstein, tre romanzi che ho amato, letto e riletto, in particolare Andreas e Zoya, ultimo della serie ma che ho letto per primo e che mi è rimasto nel cuore. Sono andata quindi più che a scatola chiusa, ho iniziato la lettura senza neanche leggere la trama, senza leggere eventuali presentazioni o recensioni in anteprima, tanto che ho capito che si trattava di un vero e proprio prequel solo quando ho trovato la nascita di Doralice, protagonista del primo volume. E devo dire che questa "sorpresa" me lo ha fatto gradire anche di più.
È stata una lettura impegnativa alla quale non ho potuto dedicare la concentrazione che meritava. Conto di rileggerlo presto per poterlo apprezzare al meglio. È un opera ricca, ricca in riferimenti storici accuratissimi, chiari, resi efficacemente parte integrante della trama, di personaggi tratteggiati minuziosamente, scavati in profondità, di meravigliose descrizioni ambientali.
Francesca Cani crea personaggi indimenticabili, complicati, sfaccettati.
Sono rimasta impressionata da Andreas e Zoya ma Filippo e Lucilla non sono da meno. Sono l'uno l'antitesi e il completamento dell'altra, l'oscurità e la luce, la vendetta e la speranza, la rassegnazione e la voglia di rivalsa. Entrambi ospitano dentro loro stessi tutti gli opposti, ma mentre in Filippo emerge tutto il dolore, il rancore, la disperazione dei traumi e delle ingiustizie subite che imprigionano in fondo all'anima l'amore e la speranza, in Lucilla trapela la grazia, la generosità, la curiosità, la risolutezza, la bontà d'animo che sopiscono l'amarezza, la tristezza, la delusione per le perdite e i tradimenti.
"L’oscurità la conosceva, sapeva domarla e trarre forza dai propri lati bui, il problema era che in presenza di Lucilla il tetro che c’era in lui si diradava."
Il loro congiungersi è pura magia, quando sono insieme non si capisce dove finisca l'uno e cominci l'altra. Il loro amore non è, però, né l'inizio né la fine della storia.
Si inizia dal peccato originale, non quello biblico ma quello che porta al concepimento di Filippo in un convento romano. Un monaco benedettino ed una giovane, promessa sposa ad un vecchio nobile, si abbandonano ad una notte di tenerezza e passione senza conoscersi, ben sapendo di non potersi vedere più. Da qui inizia la travagliata esistenza del protagonista che, maltrattato dal padre putativo, Odo di Lacus, uomo violento e crudele, viene allontanato dalla famiglia e formato come soldato presso la corte di Canossa. L'infatuazione per la giovane Matilde, destinata ad un matrimonio d'interesse e a diventare una importante pedina politica, lo mette nei guai. Viene espulso dall'esercito e rimandato a Lacus che non ha più la protezione politica di Canossa. Un improvviso e ben orchestrato attacco al castello da parte di ignoti mascherati sconvolge la sua vita e gli sottrae gli affetti più cari, le giovanissime sorelle Eloisa e Marta. Il giovane Filippo, già traumatizzato da una dolorosa infanzia, diventa improvvisamente un uomo devastato il cui unico scopo è la vendetta. Si arruola come mercenario, diventa un combattente ambìto, conosciuto come il Falco, e grazie alle sue epiche imprese riesce ad entrare nelle grazie di coloro che reputa colpevoli dell'attacco di Lacus: gli Altavilla e i loro alleati. Per realizzare il suo piano di vendetta acconsente a sposare Lucilla d'Altavilla per poterla usare come moneta di scambio a tempo debito, senza però prevedere cosa comporterà avere quella giovane al suo fianco.
«Prima di voi lui era un mercenario, pronto a combattere in ogni istante e capitano di un esercito che aveva comprato. Con il tempo gli uomini impararono a stimarlo e divennero fedeli, ma Filippo seppellì gli insegnamenti cavallereschi e combatté, razziò e si arricchì grazie alla guerra. Divenne uomo soffocando ogni sentimento che gli desse una parvenza di umanità» continuò Neri. «Ma guardatelo, ora costruisce case, mia signora.»
Lucilla è una normanna, l'unica sopravvissuta della sua famiglia, che ha vissuto in indigenza, ha conosciuto la povertà e gli stenti ed ora è alla mercé di uno zio arrivista che conta di darla in sposa agli alleati russi per rientrare nei giochi di potere e trovare protezione nella lotta tra papato e impero. È solare, resiliente, propositiva, ha una voce che incanta.
Il matrimonio con il Falco la porterà ad essere al centro di faide ed intrighi che metteranno più a volte a rischio la vita dei due coniugi. Attorno ai due protagonisti si muovono tanti personaggi, molti realmente esistiti, delineati meravigliosamente: Matilde di Canossa, Sichelgaida da Salerno, Roberto il Guiscardo, papa Alessandro II, papa Gregorio VII e tanti altri.
Il fedele falco Ombra accompagna Filippo di Lacus in tutte le sue imprese.
Il romanzo è complesso, copre un lungo arco temporale. Il ritmo narrativo è discontinuo, a volte cala e la lettura diventa un po' macchinosa, poi ci sono salti repentini che spiazzano un po'.
Complessivamente è, comunque, un gran bel lavoro.
Difficile ora resistere a rileggere Tristan e Doralice.. .