Nuovo:
13,30€13,30€
Resi GRATUITI
Consegna GRATUITA
venerdì, 9 giu
Disponibilità immediata
Pagamento
Transazione sicura
Spedizione
Amazon
Venditore
Amazon
Compra usato 9,00 €
Confronta offerte su Amazon
+ 3,95 € di spedizione
91% positive negli ultimi 12 mesi
+ 4,25 € di spedizione
89% positive negli ultimi 12 mesi
& Spedizione GRATUITA
75% positive negli ultimi 12 mesi

Scarica l'app Kindle gratuita e inizia a leggere immediatamente i libri Kindle sul tuo smartphone, tablet o computer, senza bisogno di un dispositivo Kindle. Maggiori informazioni
Leggi immediatamente sul browser con Kindle per il Web.
Con la fotocamera del cellulare scansiona il codice di seguito e scarica l'app Kindle.
Fine pena: ora Copertina flessibile – 29 ottobre 2015
Prezzo Amazon | Nuovo a partire da | Usato da |
Formato Kindle
"Ti preghiamo di riprovare" | — | — |
- Formato Kindle
9,99 € Leggilo con la nostra App gratuita - Copertina flessibile
13,30 €
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa210 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreSellerio Editore Palermo
- Data di pubblicazione29 ottobre 2015
- Dimensioni12.3 x 1.7 x 16.7 cm
- ISBN-108838934002
- ISBN-13978-8838934001
Spesso comprati insieme

I clienti che hanno visto questo articolo hanno visto anche
- Il perdono responsabile. Perché il carcere non serve a nulla. Nuova ediz.Gherardo ColomboCopertina flessibile
Non è necessario possedere un dispositivo Kindle. Scarica una delle app Kindle gratuite per iniziare a leggere i libri Kindle sul tuo smartphone, tablet e computer.
Dettagli prodotto
- Editore : Sellerio Editore Palermo (29 ottobre 2015)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 210 pagine
- ISBN-10 : 8838934002
- ISBN-13 : 978-8838934001
- Peso articolo : 190 g
- Dimensioni : 12.3 x 1.7 x 16.7 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 7,095 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 289 in Biografie e autobiografie (Libri)
- n. 1,025 in Penne, matite, scrittura e correzione
- n. 1,085 in Società e scienze sociali (Libri)
- Recensioni dei clienti:
Recensioni clienti
Le recensioni dei clienti, comprese le valutazioni a stelle dei prodotti, aiutano i clienti ad avere maggiori informazioni sul prodotto e a decidere se è il prodotto giusto per loro.
Per calcolare la valutazione complessiva e la ripartizione percentuale per stella, non usiamo una media semplice. Piuttosto, il nostro sistema considera cose come quanto è recente una recensione e se il recensore ha acquistato l'articolo su Amazon. Ha inoltre analizzato le recensioni per verificarne l'affidabilità.
Maggiori informazioni su come funzionano le recensioni dei clienti su Amazon
-
Migliori recensioni
Recensioni migliori da Italia
Al momento, si è verificato un problema durante il filtraggio delle recensioni. Riprova più tardi.
Scritto con uno stile lineare e scorrevole, mai sciatto e con tratti narrativi davvero felici e con alcune felici invasioni di campo nell’ambito della poesia, il testo racconta una storia che sembrerebbe inventata, nella sua paradigmatica coerenza. L’autore è un giudice e nel corso di un maxiprocesso, svoltosi a Torino negli anni ’80, mette in ginocchio un feroce giro di mafia catanese. A uno degli imputati, killer spietato e giovanissimo, viene comminata una serie di ergastoli, proprio per evitare le derive di una giurisprudenza che a volte rischia di disfare con la mano destra quello che la sinistra ha tessuto con fatica.
Ed è proprio tra questo ergastolano e il giudice che inizia una incredibile corrispondenza epistolare, che durerà per oltre 27 anni, fino al momento del tragico epilogo.
In questo che sembra quasi configurarsi come un romanzo di ri-formazione, avvertiamo tutto il crescendo di una relazione asimmetrica tra il giovane che poco alla volta si affida, quasi, alle parole sagge del giudice, che tenta in qualche modo di contribuire ad un recupero della persona alla quale ha spento, proprio con l’ergastolo, ogni possibilità di redenzione. Leggiamo quindi il lento procedere delle cose, i continui spostamenti di carcere, le regole ferree e le enormi difficoltà per recuperare una dimensione umana, la possibilità di un piccolo lavoro, di piccoli spazi di umanità, il sogno minuscolo di un amore che potrebbe accompagnare la vita ma che poi naufraga contro le barriere di un tempo che non arriverà mai…
Poco alla volta cambia il modo di vedere le cose di questo ergastolano, ma cambia anche la percezione dello strumento penale da parte del giudice, che poi diventa magistrato e senatore. E’ una lenta ma profonda riflessione sul senso del carcere, sulla possibilità di offrire un cammino di recupero, sulla assurda tenacia di alcune leggi che impediscono, di fatto, quello che persino la Costituzione addita come funzione necessaria del carcere, che non è la sola difesa e tutela dei cittadini, ma anche la possibilità di “emendare” il colpevole.
E’ un contributo prezioso al dibattito sul “fine pena mai”, sul senso che possa avere oggi, sulla capacità di una società a diventare più “giusta” (perché nessuna società nasce perfetta e le “perfezioni” di ieri non è detto che valgano ancora per domani).
Purtroppo l’epilogo è triste, il carcerato finirà col togliersi la vita e questa ferita colpisce doppiamente il magistrato, come uomo ma anche come rappresentante di quella “giustizia” che immaginiamo sempre come qualcosa di astratto e imponderabile. Un testo che trovo molto per far crescere le persone e ragionare su un tema che pur non toccandoci quasi mai direttamente, coinvolge davvero tante vite umane (in Italia sono oltre 1500 i condannati all’ergastolo).
Elvio Fassone, l'autore, invia una lettera e un libro all'ergastolano che ha appena condannato. E si avvia una corrispondenza che dura ventisei anni, qui mirabilmente riassunta.
Tutto parte da Torino, 1985, maxiprocesso alla mafia catanese. Salvatore, poco più che ventenne, è uno dei capi della criminalità: spavaldo, sprezzante, fa il duro. Durante il processo, che dura due anni, in un'occasione particolare il giudice stabilisce con lui un veloce contatto, in qualche modo spiazzante, che trasmette rispetto: quanto basta per far accarezzare al giovane l'idea che possa nascere un sentimento di fiducia. Dopo la lettera e il libro ricevuti in galera a due giorni dalla condanna, il sentimento cresce e si rafforza, dentro una relazione quasi padre-figlio che si fortifica negli anni. Il giudice non riesce a dimenticare le parole dell'ergastolano: «se suo figlio nasceva dove sono nato io, adesso era lui nella gabbia». E l'ergastolano, per la prima volta nella vita, si sente in qualche modo accolto da qualcuno che lo ascolta e, dopo averlo giustamente e severamente giudicato, senza pentirsi di aver compiuto il suo dovere di giudice attraverso la sentenza che gli ha comminato l'ergastolo, non lo 'giudica' più.
Nessun pietismo, nessuna compassione d'accatto, nessun senso di colpa: la posizione dell'autore, che negli anni, dopo essere diventato membro del Consiglio Superiore della Magistratura, sarà eletto senatore per due legislature, resta limpida e precisa. Ma si sente che questa insolita esperienza, qui resa con linguaggio equilibrato, pacato, riflessivo, ma anche emozionalmente ricco e intenso, ha inciso profondamente sulla vita del giudice, costringendolo ad approfondire e riproblematizzare la sua visione della pena e del carcere.
Al termine del racconto, un breve saggio su questo tema raccoglie elementi per un'analisi, acuta e stringente, e avanza una proposta, che cerchi di contemperare le esigenze dei colpevoli e delle vittime in un'ottica di maggiore giustizia anche per il condannato.
Pure queste ultime pagine sono importanti per stimolare in chi legge una presa di posizione verso argomenti che continuiamo a voler tenere lontani dalla nostra vita corrente. Ma, com'è ovvio, l'efficacia di un racconto non ha paragoni nel toccare, oltre che le componenti razionali, le corde emozionali.
E le pagine di Fassone sono esemplificative: nessuna sdolcinatura, una scrittura severa, controllata, austera. Eppure in alcuni punti la prosa si fa poesia: e ti segna dentro.
Le recensioni migliori da altri paesi
