Il libro della gioia perpetua

Il libro della gioia perpetua Audiolibro Audible – Edizione integrale

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Dettagli prodotto

Durata 7 ore e 46 minuti
Autore Emanuele Trevi
Narratore Riccardo Bocci
Data di pubblicazione su Audible.it 14 gennaio 2021
Editore Audible Studios
Tipo di programma Audiobook Audible
Versione Edizione integrale
Lingua Italiano
ASIN B08T1FSDF5
Accento narrazione Standard Italian

Recensioni clienti

4,2 su 5 stelle
4,2 su 5
18 valutazioni globali

Recensioni migliori da Italia

Recensito in Italia 🇮🇹 il 10 gennaio 2022
Immagine cliente
5,0 su 5 stelle La profondità nelle cose semplici
Recensito in Italia 🇮🇹 il 10 gennaio 2022
L'avvio è forse la parte più lenta: siamo nel 2010, il narratore interno si presenta con un primo taglio alla propria personalità ma allo stesso tempo sconfina in diverse considerazioni che se da una parte colpiscono per la profondità, dall'altra risultano un pochino disgressive e rallentano l'immersione nel contesto. Si parla per esempio della vita, dell'ipocondria, del vuoto cosmico ma soprattutto del vuoto interiore che "costringe" questo personaggio a mentire, ad assentarsi, poi in seguito addirittura a dormire (letteralmente), spento e ben lontano da qualsiasi evento che non sia di lavoro improrogabile, chiuso in un limbo e come se tutto ciò non bastasse, anche incapace di chiedere aiuto. Il ritmo cresce appena questo mentitore seriale arriva a Napoli da Roma, e mentre noi scopriamo che si chiama proprio Emanuele Trevi (e viene lecito interrogarsi sulla misura in cui quanto è qui scritto sia realtà e quanto fantasia 😅), lui scopre che il convegno letterario al quale doveva presenziare è stato annullato. Conosce però l'interessante Comitato letterario al completo di quel piccolo centro alla periferia di Napoli già invaso dal problema immondizia, e viene in particolare "attratto" dalla responsabile, la signora Mastellone, una maestra vedova e in pensione che prima di congedarlo gli porge un plico. Contiene una lunga lettera accompagnatoria e la riproduzione fotocopiata di un quadernino scritto da una bambina di circa otto anni, poi scomparsa all'improvviso con tutta la sua famiglia. Attraverso quella lettera, indirizzata proprio a lui, il narratore ha così la conferma che dietro l'invito all'evento, in apparenza casuale, c'era invece una precisa premeditazione. La ragione non gli è chiara ma allo stesso tempo viene rapito dalle infinite letture del Libro, come risucchiato in un vortice inspiegabile, così come inspiegabili sono alcuni particolari che riaffiorano brevemente dall'oblio della sua memoria per poi riaffondare. Inspiegabile è anche l'impatto immediato e telepatico che la piccola Chiara-Saigon (l'autrice del Libro/quadernino) ebbe dal primo sguardo sulla signora Mastellone, e che si riproduce simile negli effetti sul narratore man mano che legge il Libro. La storia prosegue e altri particolari più o meno misteriosi e intriganti iniziano a dipingere il quadro. I colori per me più belli sono quelli con cui Trevi mette a nudo se stesso con tutte le difficoltà fisiche, originate da altrettante emotive. Perché sono tinte molto umane, spesso toccanti. Il testo quindi si srotola in più storie parallele: quella del protagonista, che trova tra le pagine l'unico appiglio per scuotersi dal sonno emotivo, un passaggio per me bellissimo è questo

"Forse è così che ogni Pinocchio di questa Terra, giunto al limite estremo dei suoi errori e nel punto più remoto del suo smarrimento, produce da sé stesso, dalla vista consueta dei suoi lineamenti, uno sgradevole, ma veritiero Grillo Parlante, prigioniero di uno specchio... facendo apparire la verità nel luogo deputato della vanità...";

quella della signora Mastellone, "calice di cristallo antichissimo" ma determinata in quel suo desiderio astratto tanto da sferrare il colpo e centrare il "bersaglio Trevi" così, come a occhi chiusi dal suo equilibrio in bilico tra un passato non noto, un presente incerto e speranze future,

"E dunque, quando il pungolo della nostalgia mi trafigge conficcandosi più a fondo, mi domando in quale luogo del vasto mondo viva la piccola Saigon, e con che nome.
...

Se veramente lei sta leggendo anche queste parole di congedo, dopo aver letto tutto il resto - mi perdoni, caro Trevi, ma qualche rotella fuori posto ce l'ha anche lei. E se veramente è arrivato fino a qui, vorrà pure dire che, in qualche modo, anche se adesso ancora non la conosco, noi siamo già amici. E da amica, io le dico che sono troppo vecchia per questa storia. E non sono sicura di essere io la fine, mi capisce? Di troppe cose sembra che sia la fine solo perché chi se le portava sulle spalle è troppo debole per continuare.";

quella di Chiara/Saigon, che poi sarà più facile immaginare anche grazie attraverso la sua opera, riprodotta a fondo libro,

e infine, quelle di Clara e Riki, i protagonisti della Gioia Perpetua, che daranno all'autore la forza del risveglio dal proprio letargo sensoriale.

A tratti asciutta, quasi brutale, la prosa di Trevi poi torna ad essere sempre delicata, ricca, quasi poetica. Caratterizzata da numerose e originali intuizioni nonché da spunti di introspezione personale, non manca di affrontare e confrontarsi con pazienza alla retorica, quasi giocare con le allogorie, mostrare bene contesti ambientali, caratteristiche fisiche, mentali ed emotive dei personaggi raccontati. È una scrittura piacevole ma impegnata e impegnativa, perché l'autore ci apre le porte del suo mondo interiore, messo costantemente sotto attenta analisi, anche quando la stessa può apparire leggera, o disgressiva. Questo libro, vincitore del Premio Napoli 2010, rappresenta quindi un bel connubio tra un saggio filosofico e una biografia romanzata, arricchita da elementi che restano ancorati alla realtà ma sfiorano con apparente delicatezza anche un aspetto mistico, surreale.
È la storia di un "libro primordiale", quasi "vuoto", a cui lui dedica una lettura approfondita tanto da trovarvi, nella sua semplicità, gli spunti per arrivare a capire che è proprio lì, tra quelle pagine, quello che più somiglia a una gioia perpetua.
Una lettura non sempre veloce, perché spesso bisogna prendersi del tempo per razionalizzare la profondità di ciò che esprime l'animo filosofico dell'autore partendo da semplici considerazioni. Io sono rimasta ipnotizzata dalla prosa, dal mirato uso delle maiuscole, incantata dagli interessanti e a tratti commoventi dialoghi in forma di conversazioni telefoniche. Leggerò sicuramente altre opere.
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Recensito in Italia 🇮🇹 il 28 ottobre 2021
Recensito in Italia 🇮🇹 il 23 maggio 2014
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Recensito in Italia 🇮🇹 il 30 luglio 2014
Recensito in Italia 🇮🇹 il 22 gennaio 2019
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