Il titolo fa riferimento al giorno del ringraziamento, unico momento in cui l'America si unisce in una voglia di far festa che include tutti, i nuovi e i vecchi arrivati, maggioranze e minoranze culturali e religiose, trasmettendo un'idea di unione e libertà che è solo una triste apparenza.
Roth parte da lì, dal sogno americano che permette a un giovane ebreo, nel periodo della seconda guerra mondiale, in cui in Europa gli ebrei sono perseguitati e uccisi, di farsi avanti, diventare un asso dello sport, bellissimo e osannato, un ragazzo destinato a impersonare quel sogno americano che sembra a portata di mano per chiunque abbia voglia di farcela.
Ma le intenzioni di Roth sono altre: prendere quel sogno americano, dargli un volto, due occhi azzurri e i capelli biondi di un ottimo ragazzo ebreo, meritevole ed educato, e smontarlo pezzo per pezzo. Cosa c'è di peggio che prendere un ragazzo, idealista e altruista, dargli tutto con facilità, convincerlo che l'amore per la patria e la famiglia siano le migliori armi di difesa con cui farsi strada, che la patria e la famiglia mai lo tradiranno, condurlo fino all'apice del successo e poi sottrargli ogni cosa, partendo proprio da quelle certezze che aveva considerato come premesse incrollabili nel suo percorso di crescita?
Il protagonista, che assiste alla scalata verso il successo del giovane ebreo soprannominato lo Svedese, è uno scrittore solitario e taciturno, che è cresciuto adorando e imitando quello che per lui era un idolo incontrastato, un uomo che pareva destinato a essere solo felice, a ottenere ogni cosa perché meritevole di averla. Quando le rispettive esistenze li separano e li portano per puro caso a incontrarsi sulla soglia della mezza età, lo Svedese sembra lo stesso meraviglioso ragazzo americano dei tempi del liceo, con tre splendidi figli, una moglie amorevole, un'attività di famiglia da portare avanti e niente altro da chiedere se non un piccolo favore a colui che ha fatto strada nel mondo della scrittura: aiutarlo a scrivere qualche pagina in ricordo di suo padre, recentemente deceduto.
Il protagonista accetta di collaborare e lo ascolta descrivere nel dettaglio una vita di successo, che sembra senza ombra e senza tracce di infelicità. Ma quando qualche anno dopo viene a conoscenza della morte dello Svedese e di quanto la sua vita sia invece stata duramente segnata da dolori inconsolabili, che l'uomo non aveva avuto la forza di confessargli, inizia un percorso di conoscenza che parte da quel ragazzo tanto adorato per arrivare a se stesso e all'intera umanità.
Decide quindi di scrivere la storia dello Svedese, così come la immagina sulla base dei pochi dettagli appresi da fonti esterne (un divorzio, una figlia con problemi di balbuzie, morta dopo aver fatto attivismo contro la guerra in Vietnam, una moglie che lo aveva tradito e pugnalato alle spalle, una patria che si è rivelata portatrice di valori bugiardi) e di far luce su quelle ombre che il vecchio amico, abituato a dare di se stesso un'immagine vincente, non aveva avuto la forza di tirare fuori.
L'apparenza, ci insegna Roth, è il muro più difficile da abbattere, soprattutto quando vi abbiamo costruito sopra un'intera esistenza, quando tutto ciò che la gente sa di noi e che noi sappiamo di lei, vi ha messo sopra solide basi che possiamo far crollare solo se siamo disposti a gettare la nostra maschera, strapparla via a chi ci sta davanti, saper guardare in faccia valori ipocriti rendendoci conto che sono solo comode menzogne, che puoi far di tutto per salvare te stesso e le persone che ami, ma che non ti sarà sufficiente aggrapparti a tradizione e un buon nome per riuscirci.
Concludo con uno dei passaggi più belli del libro, che si chiude con un punto interrogativo sia per quanto riguarda la storia che la morale. Roth ci dice che ogni cosa è sempre in sospeso, che da ogni evento possiamo trarre un insegnamento ma non sarà mai per tutti lo stesso e che il finale, spesso frutto del caso, fornirà sempre un'immagine distorta della realtà, condizionata da cosa ha avuto in sorte per noi il destino.
«Lotti contro la tua superficialità, la tua faciloneria, per cercare di accostarti alla gente senza un carico eccessivo di pregiudizi, di speranze o di arroganza…; offri il tuo volto più bonario camminando in punta di piedi e l’affronti con larghezza di vedute da pari a pari e tuttavia non manchi mai di capirla male. La capisci male prima d’incontrarla, la capisci male mentre sei con lei; poi vai a casa, parli con qualcuno dell’incontro e scopri ancora una volta di avere travisato. Poiché la stessa cosa capita in genere anche ai tuoi interlocutori, tutta la faccenda è veramente una colossale illusione priva di fondamento, una sbalorditiva commedia degli equivoci. Come dobbiamo regolarci con questa storia che assume ogni volta un significato grottesco? Devono tutti chiudere la porta e vivere isolati come fanno gli scrittori solitari che creano i loro personaggi e poi li fanno passare per persone vere? Capire bene la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando. Forse la cosa migliore sarebbe dimenticare di aver ragione o torto sulla gente e godersi semplicemente la gita. Ma se ci riuscite… Beh, siete fortunati»

Pastorale americana
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"Lo Svedese" è un soprannome magico al liceo di Newark, New Jersey. Appartiene a Seymour Levov, il ragazzo che tutti vorrebbero essere. Alto, biondo, atletico, ebreo, Levov eccelle nel baseball e - nell' America degli anni '50 - è destinato ad eccellere nella vita: il successo professionale, quello famigliare, la villetta borghese.
Ma la lunga ed estenuante guerra del Vietnam squasserà l'America e coinvolgerà personalmente Seymour, nel modo più tremendo: l'amata figlia Merry, diventata una violenta radicale, sparirà con l'accusa di terrorismo. È il rovesciamento, la caduta, la fine senza appello dell'American dream che lo scrittore Nathan Zuckerman, abbagliato fin da ragazzo dalla solarità senza ombre dello Svedese, sente la necessità di narrare.
Philip Roth ci mostra il lato oscuro - del singolo, della società, della vita - in quello che è un grande romanzo politico ma anche emotivo. L'affresco epico di un paese e di un'epoca in un libro sulla memoria.
Ma la lunga ed estenuante guerra del Vietnam squasserà l'America e coinvolgerà personalmente Seymour, nel modo più tremendo: l'amata figlia Merry, diventata una violenta radicale, sparirà con l'accusa di terrorismo. È il rovesciamento, la caduta, la fine senza appello dell'American dream che lo scrittore Nathan Zuckerman, abbagliato fin da ragazzo dalla solarità senza ombre dello Svedese, sente la necessità di narrare.
Philip Roth ci mostra il lato oscuro - del singolo, della società, della vita - in quello che è un grande romanzo politico ma anche emotivo. L'affresco epico di un paese e di un'epoca in un libro sulla memoria.
©1998 Einaudi (P)2016 Emons Italia srl
- Durata18 ore e 42 minuti
- Data di uscita su Audible6 ottobre 2016
- LinguaItaliano
- ASINB01LXR60VG
- VersioneEdizione integrale
- Tipo di programmaAudiobook Audible
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Dettagli prodotto
Durata | 18 ore e 42 minuti |
---|---|
Autore | Philip Roth |
Narratore | Massimo Popolizio |
Data di pubblicazione su Audible.it | 06 ottobre 2016 |
Editore | Emons Edizioni |
Tipo di programma | Audiobook Audible |
Versione | Edizione integrale |
Lingua | Italiano |
ASIN | B01LXR60VG |
Posizione nella classifica Bestseller di Amazon | n. 292 in Thriller sul terrorismo n. 9,348 in Narrativa su famiglia e relazioni n. 33,541 in Narrativa storica (Libri) |
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4,1 su 5 stelle
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5,0 su 5 stelle
Guerra contro la classe borghese
Recensito in Italia il 3 aprile 2016
Il contrario dell’idillio pastorale, l’opposto dell’armonia, della quiete e delle amenità di luoghi, persone e situazioni. In Pastorale americana tutto è dolore, rimpianto, perdita, quella che tutti noi prima o poi attraversiamo nella vita, e che Roth chiama la quota d’infelicità.La vita del biondo, alto, affascinante Svedese Seymour Levov sembra, a prima vista, un idillio, quando Nathan Zuckerman (l’alter ego di Roth) ce la presenta. Un giovane di successo, con la scuola, gli sport, le donne, la vita in generale. Chi non invidierebbe il bel Seymour? E invece... invece sotto l’apparenza perfetta e felice, dietro la maschera di uomo ideale che lo Svedese porta, dietro la caparbietà di avere l’enorme pretesa di essere se stesso, c’è una solitudine immensa, un’orribile vita interiore di ossessioni tiranniche, tendenze soffocate, aspettative superstiziose, fantasie spaventevoli, conversazioni chimeriche, domande senza risposta. E c’è il fantasma della figlia Meredith, Merry (un’orribile beffa il significato, “allegra”, per una ragazza che allegra non è mai stata), che a 16 anni ha scavalcato il fosso diventando un’attivista politica e una terrorista che fa saltare in aria un ufficio postale facendo anche una vittima incolpevole. Siamo negli anni del Vietnam, della sinistra americana, delle Pantere Nere di Angela Davis, della rivolta di Newark del 1967, del Watergate e della rivoluzione sessuale (alla fine del libro si discute di Gola profonda, il film-scandalo di quegli anni). A Roth quest’America non piace, la fa definire da Jerry (il fratello dello Svedese) “pazza furiosa”. Questo non è però un romanzo politico, le vicende di quegli anni vengono citate, sfiorate, mai approfondite. Non è un romanzo sul disfacimento della nazione americana, ma sul disfacimento interiore degli uomini che con il loro lavoro, la loro a volte eccessiva abnegazione, hanno fatto la nazione americana, credendo di star costruendo qualcosa di valido, forte, eterno. E invece hanno dovuto assistere al loro stesso disfacimento e allo sbriciolamento dei loro legami familiari. A Seymour, e a tutti noi che con lui ci identifichiamo, che nel suo crollo ci rispecchiamo, accade questo. Si sgretolano i legami familiari, e soprattutto quelli padri-figli. Lou Levov è il padre di Seymour, quello che ha messo in piedi la florida industria di guantai rinomati che l’accondiscendente Seymour ha ereditato, e osserva inorridendo il vuoto morale in cui l’America è precipitata dopo il Watergate di “Von Nixon” come lui lo chiama, e l’altrettanto desolante panorama delle esistenze dei figli; Jerry è un pluridivorziato e Seymour deve lottare col fantasma della figlia fuggita ripudiando la famiglia e con una moglie debole e mentalmente incapace di reagire alla clandestinità di Merry.Ma soprattutto viviamo il dramma di Seymour e del suo incontro con la figlia ormai in clandestinità da anni; la parte centrale del libro (tre sono le parti, dolorosamente intitolate Paradiso ricordato, La caduta eParadiso perduto) è un pugno nello stomaco, un pezzo tangibile e quasi solido di infelicità, dolore, rimpianto, senso di impotenza, disperazione. Sappiamo di essere vivi sbagliando, dice Roth. E lo Svedese analizza lucidamente ogni suo sbaglio vero o presunto che ha potuto portare all’evoluzione ribelle di una bambina fragile e balbuziente che voleva essere Audrey Hepburn. Lucidamente Seymour si incolpa e lucidamente apprende la peggior lezione che la vita possa insegnare: che non c’è un senso. Che la vita sfugge ad ogni controllo, come il pensiero di un balbuziente.Una notazione sul traduttore, Vincenzo Mantovani. Un traduttore noto e specializzato in autori americani (oltre a Roth, Faulkner, Bellow, Hemingway tanto per citarne alcuni) che però a volte soprassiede sui congiuntivi italiani (ringrazio la mia preziosa amica Kien, attentissima lettrice dall’occhio estremamente acuto, per avermi sottoposto una sua giustissima perplessità in merito).Una cosa di minor rilevanza linguistica, ma paradossale: Mantovani traduce i nomi di due famosissime squadre americane (rispettivamente di baseball e basket) al singolare, i Met (Mets) e i Knick (Knicks), che invece sono universalmente noti con i loro nomi originali.
Recensito in Italia il 3 aprile 2016
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Recensito in Italia 🇮🇹 il 5 dicembre 2016
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5,0 su 5 stelle
Ottimo libro per comprendere la cultura americana dei figli degli immigrati del novecento
Recensito in Italia 🇮🇹 il 27 gennaio 2023
Racconto piuttosto lungo, che unisce le narrazioni di tre generazioni americane tipo, basate su vecchi immigrati, ebrei in particolare, e irlandesi. La generazione più vecchia è quella basata sull’imprenditore che crea una azienda, laborioso, onesto, dedito al lavoro e agli insegnamenti morali. Primo novecento. La seconda che segue le orme del padre e fa crescere l’azienda, ma che è costretto a rincorrere l’adattamento a un mondo che cambia ed evolve velocemente, non solo nella produzione e nella geo locazione produttiva, ma anche socialmente, nei costumi morali, nelle tradizioni e nelle idee. La terza che distrugge tutto quello che è stato creato con diligenza, duro lavoro, passione e sacrificio, dalle generazioni precedenti. Storie che epurate dalle sue peculiarità di luogo (USA, New Jersey, Newark) e tempo (novecento), parlano dei tipici temi: contrasto/amore tra padri e figli, progresso vs tradizione, difficoltà a capire ed accettare il cambiamento, la vecchiaia, sacrificio e abnegazione vs ideali utopici distruttivi. I temi generali che racconta, unito a una descrizione precisa e veritiera della società americana bianca (WASP+ebrei e irlandesi) di metà novecento, incentrata su New Jersey, permette al lettore di cogliere in un libro solo, alcuni grandi temi della vita legati ad alcuni personaggi incastrati realisticamente nella storia americana. Una buona lettura, che aiuta a capire queste generazioni americane i loro sentimenti e un’altra occasione per leggere di questi temi sempre-eterni. 2 in 1.
Recensito in Italia 🇮🇹 il 23 gennaio 2023
Romanzo splendido e avvolgente.
Una storia che non cesserà di tormentarvi e di ingannarvi proprio come accade ai personaggi di questo libro.
Talvolta però, Roth diventa autoindulgente lasciando che una prosa noiosissima interferisca con il filo narrativo senza arricchirlo.
Resta comunque un'opera consigliata.
Una storia che non cesserà di tormentarvi e di ingannarvi proprio come accade ai personaggi di questo libro.
Talvolta però, Roth diventa autoindulgente lasciando che una prosa noiosissima interferisca con il filo narrativo senza arricchirlo.
Resta comunque un'opera consigliata.
Recensito in Italia 🇮🇹 il 16 dicembre 2022
Su suggerimento di amici ho acquistato questo libro, (non ho mai letto niente di P. Roth) ,
ho iniziato da poco a leggerlo, sembra interessante,
piu avanti potro fare una recensione.
ho iniziato da poco a leggerlo, sembra interessante,
piu avanti potro fare una recensione.
Le recensioni migliori da altri paesi

A. Giorgio
4,0 su 5 stelle
Unplesant but reveling novel.
Recensito negli Stati Uniti 🇺🇸 il 14 maggio 2017
It's a fondamental novel for explainig to yourself how you feel when the age is growing and you are oldering.