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Quando scende la notte Copertina flessibile – 20 gennaio 2022
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1943. Per gli ebrei italiani la situazione si fa di giorno in giorno più difficile e pericolosa. I nazisti hanno occupato gran parte del paese, e il rischio di essere imprigionati e deportati è sempre più concreto. Per Antonia Mazin, ormai, l'unica speranza di sopravvivere è lasciare la città e i genitori, cambiare nome e rifugiarsi in campagna insieme a un uomo che conosce appena, Niccolò Gerardi.
Nico studiava per diventare prete prima che le circostanze lo costringessero a lasciare il seminario, ma un idealista dall'animo puro come lui non può assistere passivamente ciò che fascisti e nazisti stanno facendo, e per portare Nina al sicuro nella fattoria della sua famiglia accetta di fingere che lei sia la sua sposa.
Ma la vita in campagna non è semplice per una ragazza di città come lei, che sognava di diventare medico come suo padre: i vicini faticano ad accettare quella sconosciuta dolce e istruita, e quel che è peggio la loro diffidenza è condivisa da un ufficiale nazista che nutre sentimenti di vendetta nei confronti di Nico.
Per i due giovani, il passo dalla finzione alla realtà è breve, i loro sentimenti diventano a poco a poco più profondi e in breve i due ragazzi si scoprono innamorati. E iniziano a temere che prima o poi qualcosa, o qualcuno, finirà per separarli...
- Età di letturaDa 3 anni in su
- Lunghezza stampa368 pagine
- LinguaItaliano
- Dimensioni21.1 x 2.2 x 14.2 cm
- EditoreHarperCollins Italia
- Data di pubblicazione20 gennaio 2022
- ISBN-108869059642
- ISBN-13978-8869059643
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Dettagli prodotto
- Editore : HarperCollins Italia (20 gennaio 2022)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 368 pagine
- ISBN-10 : 8869059642
- ISBN-13 : 978-8869059643
- Peso articolo : 330 g
- Dimensioni : 21.1 x 2.2 x 14.2 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 164,573 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 7,309 in Narrativa storica (Libri)
- Recensioni dei clienti:
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Molto bello.
Nonostante le violenze e i soprusi l'amore e la famiglia prevalgono su violenze e soprusi.
L'ossessione dell'ufficiale nazista nei confronti di Nico non ha alcun fondamento e il fatto che Nina venga deportata per un ricatto di quest'ultimo (facendo passare il suo essere ebrea in secondo piano) mi sembra poco sensato.
Ho trovato anche lo stile di scrittura poco convincente, mi dispiace perché il libro precedente dell'autrice mi era piaciuto molto di più.
“…si guardarono negli occhi, imparandosi a memoria, lasciando che il silenzio parlasse per loro.”
E non capire il motivo di tutta quella sofferenza. Ho percorso stradine sterrate che dal veneziano mi hanno portata nel paesino di Mezzo Ciel in provincia di Treviso dove ho imparato a fare tutti i lavori di casa che non avevo mai fatto e persino a lavorare nell’orto per dare una mano alla famiglia che, inconsapevole del rischio che correva, mi aveva accolto.
La storia si svolge dal 1943 alla fine della guerra ed è ispirata a eventi realmente accaduti in Veneto, tra le province di Venezia, Padova, Verona, Vicenza e Treviso. È la mia terra, che conosco bene e forse anche per questo ci sono scivolata dentro.
Perché la storia della Guerra è sempre narrata coi grandi numeri e spesso ci si dimentica che i grandi numeri sono dati dalla somma di numeri piccoli. Questo libro parla di numeri piccoli, di luoghi che sembravano risparmiati dalle brutture legate al conflitto e alle leggi razziali che invece poi arrivano fin lì e sconvolgono la vita di un ragazzo semplice che viene costretto dai Nazisti ad assistere all’impiccagione dei partigiani catturati attorno a Bassano. E tra quei partigiani riconosce anche i suoi amici. Riusciamo a immaginare come possa essersi rivisto quella scena mille e mille volte mentre percorreva sulla sua vecchia bicicletta i chilometri che lo separavano dalla presunta sicurezza di casa sua?
E ancora prima di parlare dei grandi e tristemente famosi lager tedeschi e polacchi parla dei “nostri” campi di transito (a Fossoli) e di concentramento (Risiera di San Sabba). E peccato che l’autrice non conoscesse il piccolissimo campo di concentramento di Vo’ Euganeo sulle colline padovane.
Da tutti questi campi sono partiti convogli carichi di persone che non sono più tornate ai loro affetti.
Eppure tutta questa storia, anche la descrizione della vita nei lager, per quanto triste viene fatta con delicatezza pur nella sua crudezza.
Vengono narrate gesta eroiche ma lo si fa come se fossero azioni che qualunque persona dovrebbe e potrebbe fare in certe situazioni perché…
“…le tue azioni di oggi faranno la differenza. … Per tutti quelli che continuerai ad aiutare nei mesi a venire. Ed è con queste azioni che si fa pendere la bilancia a nostro favore. Qualche grammo oggi, qualche grammo domani. È così che vinceremo”.
E quando tutto sembrerà perduto la disperazione farà uscire dalla bocca di Nina un'accusa pesante al suo persecutore:
“Ci avete reso tutti dei martiri, non ve ne accorgete? La storia ricorderà uomini come Niccolò e mio padre, ma per voi e per quelli della vostra specie non c’è altro che la tenebra”.
E io mi sono vissuta ogni esperienza di Nina provando un senso di vuoto enorme arrivata alla fine del libro. Vuoto perché tutti quegli eventi restavano là ed io dovevo uscirne per tornare alla mia vita. Ma l’ho fatto guardando tutto con occhi diversi e rendendomi conto di quanto sono fortunata.
Davvero credo che, quando si leggono storie del genere, che si tratti di storie romanzate come questa o di storie assolutamente vere come nei libri della Senatrice Liliana Segre, dovremmo imparare a guardare le nostre vite attraverso gli occhi di quelle persone. Forse ci permetterebbe di essere meno egoisti e più grati. E allora vivremmo sicuramente in un mondo migliore consci che
Questa è la vita che abbiamo. Questo è tutto quello che abbiamo, e non voglio sprecare neanche un momento con i dubbi. Basta con i “se solo…”
Come dice ad un certo punto Nina.
Ecco mi auguro che leggerete questo libro e che proverete le stesse emozioni che ha dato a me. Assegno quattro stelle e confesso che sono stata talmente presa dalla storia da non far caso a eventuali refusi. E questo è tutto dire. Buona lettura
🌿 La storia si svolge a partire dal 1943 fino alla fine della guerra, quindi provate ad immaginare quanta sofferenza c’è tra le righe
🖊 Il romanzo parla di una protagonista ebrea, Nina.
Nina sarà costretta a separarsi dai suoi genitori per cercare di restare a galla e non esser soffocata dai tedeschi. Così, Nico, un ragazzo gentile e premuroso e soprattutto non ebreo, si offre di aiutarla e la porta via con sé nella sua fattoria, facendo finta che sia sua moglie. Da qui le brutte situazioni iniziano a presentarsi, ma sarà grazie alla forza dell’amore che riuscirà a sopportare ogni cosa…
🌿 La protagonista Nina è stato uno di quei personaggi che non puoi non amare. In lei ho percepito così tanta forza e coraggio nel non mollare MAI.
Leggere tutta quella sofferenza è stato un pugno dritto in faccia. Il fatto che fosse ebrea dava il diritto agli altri di CALPESTARLA, era così INGIUSTO e TRISTE.
Ho amato la sua tenacia.
🍂 ma andiamo a qualche particolare che non ho gradito.
Lo stile dell’autrice a tratti era scorrevole mentre in altri tratti facevo fatica a leggere per le troppe descrizioni inutili.
Grazie a lei adesso so come mandare avanti una fattoria o come ricucire una ferita aperta.
🍂 Nel momento in cui, però, avevo bisogno dei dettagli, VERI dettagli, la Robson decideva di non metterli. Mi sono mancate quelle descrizioni più intense che spiegassero il graduale innamoramento tra Nico e Ninna.
🍃 Romanzo carinissimo. La storia tra Nico e Nina poteva esser descritta meglio, ma nell’insieme è stata una di quelle letture piacevoli ma triste.
lG: Alessia.lettrice

🌿 La storia si svolge a partire dal 1943 fino alla fine della guerra, quindi provate ad immaginare quanta sofferenza c’è tra le righe
🖊 Il romanzo parla di una protagonista ebrea, Nina.
Nina sarà costretta a separarsi dai suoi genitori per cercare di restare a galla e non esser soffocata dai tedeschi. Così, Nico, un ragazzo gentile e premuroso e soprattutto non ebreo, si offre di aiutarla e la porta via con sé nella sua fattoria, facendo finta che sia sua moglie. Da qui le brutte situazioni iniziano a presentarsi, ma sarà grazie alla forza dell’amore che riuscirà a sopportare ogni cosa…
🌿 La protagonista Nina è stato uno di quei personaggi che non puoi non amare. In lei ho percepito così tanta forza e coraggio nel non mollare MAI.
Leggere tutta quella sofferenza è stato un pugno dritto in faccia. Il fatto che fosse ebrea dava il diritto agli altri di CALPESTARLA, era così INGIUSTO e TRISTE.
Ho amato la sua tenacia.
🍂 ma andiamo a qualche particolare che non ho gradito.
Lo stile dell’autrice a tratti era scorrevole mentre in altri tratti facevo fatica a leggere per le troppe descrizioni inutili.
Grazie a lei adesso so come mandare avanti una fattoria o come ricucire una ferita aperta.
🍂 Nel momento in cui, però, avevo bisogno dei dettagli, VERI dettagli, la Robson decideva di non metterli. Mi sono mancate quelle descrizioni più intense che spiegassero il graduale innamoramento tra Nico e Ninna.
🍃 Romanzo carinissimo. La storia tra Nico e Nina poteva esser descritta meglio, ma nell’insieme è stata una di quelle letture piacevoli ma triste.
lG: Alessia.lettrice
