
Acqua passata: La colf e l'ispettore 1
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Una colf dai fianchi robusti e dalla mente sottile capace di leggere la realtà più lucidamente di Sherlock Holmes.
Chiavari. In un vicolo della placida cittadina ligure, uno sconosciuto viene rinvenuto in fin di vita. Poche ore dopo, Alma Boero, quarantenne dallo sguardo acuto, poche parole e selvatica fierezza, trova il cadavere di una giovane editor nel palazzo dove lavora come colf.
A indagare sui casi è l'ispettore Jules Rosset, che resta presto folgorato dalle intuizioni della giunonica colf e dalla sua capacità di fotografare le persone scandagliandole attraverso le loro abitudini, la loro spazzatura, il loro modo di sistemare i calzini e dalle piccole e grandi manie che ogni essere umano custodisce gelosamente.
Quando alle indagini si aggiunge un nuovo mistero, Rosset capisce di avere per le mani uno strumento impareggiabile per sbrogliare la matassa di quegli eventi all'apparenza slegati tra loro e per evitare le reticenze investigative del questore: una colf insospettabile, discreta e affidabile, che può infilarsi nelle pieghe più intime delle vite altrui. Ma Alma – quattro figli, una suocera e un ex marito – è uno strumento tutt'altro che facile da usare.
- Durata11 ore e 12 minuti
- Data di uscita su Audible5 ottobre 2022
- LinguaItaliano
- ASINB0BH9D5ZWG
- VersioneEdizione integrale
- Tipo di programmaAudiobook Audible

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Dettagli prodotto
Durata | 11 ore e 12 minuti |
---|---|
Autore | Valeria Corciolani |
Narratore | Angela Ricciardi |
Data di pubblicazione su Audible.it | 05 ottobre 2022 |
Editore | Audible Studios |
Tipo di programma | Audiobook Audible |
Versione | Edizione integrale |
Lingua | Italiano |
ASIN | B0BH9D5ZWG |
Accento narrazione | Standard Italian |
Posizione nella classifica Bestseller di Amazon | n. 3,109 in Narrativa provinciale e rurale n. 5,732 in Gialli con donne investigatrici |
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La scrittura è ironica, sagace, tagliente e con ampio uso di metafore, ma ben dosato in modo da rendere schiacciante la descrizione delle scene. E' un giallo che si divora perché non è solo tensione, ma è anche poesia, quella nascosta in descrizioni meticolose e parlanti; l'autrice non le usa solo per descrivere i personaggi, ben caratterizzati, ma anche per dare uno sguardo alla sua Liguria ed alle recenti "sciagure": "Da un po’ di anni a questa parte ottobre e novembre sono diventati mesi sconquassati da piogge monsoniche: diluvi tropicali che scuotono, annegano, smottano i terrazzamenti argillosi di questa regione che ha strappato la terra al mare. I muretti a secco si gonfiano in bubboni pronti a suppurare pietre, detriti e fango, i torrenti si trovano a dover gestire di botto acque dense, violente e scure. Tutto pare sciogliersi sotto la violenza di queste piogge abituate a duellare con mangrovie e caucciù, che ora stravincono nella lotta impari contro ulivi e rosmarini. Uno scempio."
Non solo 'disastri', ma anche la bellezza dei suoi luoghi, Chiavari in particolare, descritti in più passi in modo poetico: "Le decorazioni luminose ondeggiano tra i portici, inattesi lampadari barocchi che fluttuano sul nulla di questa via deserta e silenziosa. Di solito la camminata solitaria del venerdì sera le piace, lascia scivolare i pensieri sul rumore dei passi, attenta solo ai profumi umidi di notte, terra bagnata e mare. La ritempra, decontaminandola dalle ostilità e dagli accanimenti diurni. Ma oggi le instilla una strana malinconia."
E' una lettura che scorre via veloce grazie anche alla strutturazione dei capitoli: sono una moltitudine, ma corti e ficcanti, funzionali alla storia che si dipana a saltelli tra un personaggio e l'altro, tra una scena che si conclude ed un'altra che si apre grazie alla conclusione della prima (ottima trovata quella di legare ortograficamente chiusura ed apertura dei capitoli).
L'autrice fa uso anche di espressioni gergali per caratterizzare meglio l'astrazione sociale della co-protagonista (Alma Boero); sono esempio calzante le seguenti: "Se una ti ciocca un due o un quattro" (assegnare un brutto voto) e "per sturare l'altro figlio dal letto" (svegliare e far alzare dal letto). In generale la caratterizzazione dei personaggi è perfetta, l'autrice li descrive in modo magistrale attraverso i loro difetti e le loro manie esaltandone in modo grottesco le peculiarità. Una delle caratteristiche della scrittura usata dall'autrice è quella di "fermare le frasi" quando il lettore ha già capito il senso ed è perfettamente in grado di concluderle autonomamente.
E come dimenticare i riferimenti musicali (ad esempio Cohen ed Avenged Sevenfold) ed ai grandi scrittori, spunti da prendere per andare a colmare eventuali lacune di classici imperdibili: Pirandello (L'uomo dal fiore in bocca) e Leopardi (Il Sabato del Villaggio) per citare solo due dal libro.
Insomma, un giallo che sconfina nella narrazione poetica e qualche lezione di vita: "Gli pare di non aver fatto altro nella vita. Uno viene al mondo e da lì in poi è tutta un’attesa: di cibo, di affetto, di vittorie, di una donna, di un lavoro, di diventare ricco, perché aspettare è la virtù dei forti, vedrai che prima o poi. E uno aspetta, aspetta e aspetta. E alla fine, a suon di aspettare, ti accorgi che sei morto, che Lei mica aspetta, neh, quando arriva, arriva."

La scrittura è ironica, sagace, tagliente e con ampio uso di metafore, ma ben dosato in modo da rendere schiacciante la descrizione delle scene. E' un giallo che si divora perché non è solo tensione, ma è anche poesia, quella nascosta in descrizioni meticolose e parlanti; l'autrice non le usa solo per descrivere i personaggi, ben caratterizzati, ma anche per dare uno sguardo alla sua Liguria ed alle recenti "sciagure": "Da un po’ di anni a questa parte ottobre e novembre sono diventati mesi sconquassati da piogge monsoniche: diluvi tropicali che scuotono, annegano, smottano i terrazzamenti argillosi di questa regione che ha strappato la terra al mare. I muretti a secco si gonfiano in bubboni pronti a suppurare pietre, detriti e fango, i torrenti si trovano a dover gestire di botto acque dense, violente e scure. Tutto pare sciogliersi sotto la violenza di queste piogge abituate a duellare con mangrovie e caucciù, che ora stravincono nella lotta impari contro ulivi e rosmarini. Uno scempio."
Non solo 'disastri', ma anche la bellezza dei suoi luoghi, Chiavari in particolare, descritti in più passi in modo poetico: "Le decorazioni luminose ondeggiano tra i portici, inattesi lampadari barocchi che fluttuano sul nulla di questa via deserta e silenziosa. Di solito la camminata solitaria del venerdì sera le piace, lascia scivolare i pensieri sul rumore dei passi, attenta solo ai profumi umidi di notte, terra bagnata e mare. La ritempra, decontaminandola dalle ostilità e dagli accanimenti diurni. Ma oggi le instilla una strana malinconia."
E' una lettura che scorre via veloce grazie anche alla strutturazione dei capitoli: sono una moltitudine, ma corti e ficcanti, funzionali alla storia che si dipana a saltelli tra un personaggio e l'altro, tra una scena che si conclude ed un'altra che si apre grazie alla conclusione della prima (ottima trovata quella di legare ortograficamente chiusura ed apertura dei capitoli).
L'autrice fa uso anche di espressioni gergali per caratterizzare meglio l'astrazione sociale della co-protagonista (Alma Boero); sono esempio calzante le seguenti: "Se una ti ciocca un due o un quattro" (assegnare un brutto voto) e "per sturare l'altro figlio dal letto" (svegliare e far alzare dal letto). In generale la caratterizzazione dei personaggi è perfetta, l'autrice li descrive in modo magistrale attraverso i loro difetti e le loro manie esaltandone in modo grottesco le peculiarità. Una delle caratteristiche della scrittura usata dall'autrice è quella di "fermare le frasi" quando il lettore ha già capito il senso ed è perfettamente in grado di concluderle autonomamente.
E come dimenticare i riferimenti musicali (ad esempio Cohen ed Avenged Sevenfold) ed ai grandi scrittori, spunti da prendere per andare a colmare eventuali lacune di classici imperdibili: Pirandello (L'uomo dal fiore in bocca) e Leopardi (Il Sabato del Villaggio) per citare solo due dal libro.
Insomma, un giallo che sconfina nella narrazione poetica e qualche lezione di vita: "Gli pare di non aver fatto altro nella vita. Uno viene al mondo e da lì in poi è tutta un’attesa: di cibo, di affetto, di vittorie, di una donna, di un lavoro, di diventare ricco, perché aspettare è la virtù dei forti, vedrai che prima o poi. E uno aspetta, aspetta e aspetta. E alla fine, a suon di aspettare, ti accorgi che sei morto, che Lei mica aspetta, neh, quando arriva, arriva."



Recensito in Italia 🇮🇹 il 3 marzo 2023

Da terra di santi, eroi e navigatori, a terra di poeti, cantautori e scrittori: questa è la Liguria contemporanea. San Giorgio, Garibaldi e Colombo hanno ceduto il posto a Montale, De Andrè e ... Corciolani. E sì, proprio di Valeria Corciolani voglio parlarvi oggi, una deliziosa autrice di letteratura giallo-investigativa e non solo.
L'ho "conosciuta" da poco ed è stato amore a prima vista, conquistato da tante strizzatine d'occhio distribuite nelle pagine dei suoi romanzi: prosa accattivante con sfiziose macchie locali, non disgiunte dall'utilizzo di parole più ricercate; scorci visivi chiari al punto da indurre il lettore a immaginarsi a passeggiare lungo quelle strade e ad addentrarsi negli appartamenti degli investigati; attenzione alle vite comuni, altrimenti segnate da un transito anonimo nel mestiere di vivere, se non fosse intervenuto un accidente a spezzare l'equilibrio delle loro esistenze. E poi la novità dei titoli dei libri della serie dell'ispettore Rosset. Sono tutti proverbi a metà: "Acqua passata" (...non macina grano); "Non è tutto oro" (...quello che luccica); "A mali estremi" (...estremi rimedi); (E come sempre...) "Da cosa nasce cosa"; (È male per chi va, ma...) "Peggio per chi resta"; "Il tempo fa le pietre" (...e poi le consuma).
Jules Rosset è l'ispettore che indaga e dipana la matassa nei gialli. Originario della Val D'Aosta si è trasferito a Chiavari (un po' il contrario del vicequestore Schiavone di Manzini): "perspicace, acuto, intelligente è anche burbero, spigoloso, brontolone".
Nelle sue indagini è "coadiuvato" da Alma (la trova casualmente, ma poi non la molla più), una strana colf con quella sua capacità di vedere i dettagli così sviluppata.
Ma tanti sono i personaggi che la penna felice dell'autrice riesce a farci incontrare: una per tutti, Alfonsina, la delicata e deliziosa suocera di Alma, fissata per i tratti lombrosiani.
E i proverbi? Saggezza o pregiudizi dei popoli? Confermati o smentiti dai romanzi? Ai lettori l'ardua sentenza.
Di certo nel momento che incombe alla Corciolani non possiamo chiedere " la parola che squadri da ogni lato l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco lo dichiari e risplenda come un croco perduto in mezzo a un polveroso prato" (neppure Montale ha saputo darci una risposta!), di sicuro però i suoi romanzi raccontano luoghi, persone, passioni e sentimenti "senza i quali tutto intorno a noi sarebbe Silenzio".
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Mi dispiace ma non ci siamo.
Un libro che ricorda quelli per bambini tipo Geronimo Stilton, solo scritto peggio...
Vuole far ridere a tutti i costi con un umorismo elementare che non funziona, a dire il vero non funziona niente per non parlare del finale che è incomprensibile..

L'intreccio funziona e Alma è irresistibile.
Da tempo non rimanevo così colpita da un personaggio.


Scritto con arguzia, intelligenza e sapiente uso dell’italiano.
Trama semplice ma la caratterizzazione dei personaggi vale la lettura.
