In una zona della Sardegna interna avviene un rapimento, all'insaputa del capobastone locale. Lo sgarro è grave, soprattutto perché rischia di mandare a monte una grossa speculazione immobiliare, finanziata con denaro non particolarmente pulito proveniente da persone decisamente pericolose. Nel contempo, la brava ed affascinante avvocatessa Antonella Demelas subisce un grave attentato e Roberto Cherchi, suo vecchio cliente, inizia una sua personale ricerca dei colpevoli per vendicarla, ricerca complicata dal fatto che è latitante. Ne esce un libro molto godibile, che cattura l'interesse fino alla fine. Il primo romanzo della serie, "Quasi colpevole" era "urbano" e molto incentrato sulle indagini e sulla procedura processuale. Col secondo, "Quasi innocente", l'autore aveva abbandonato Cagliari ed aveva ambientato la vicenda nella Sardegna interna, mescolando le indagini difensive svolte da Antonella Demelas con aspetti più legati all'avventura ed all'azione. Con "Vendetta privata" predomina l'azione, con accenti quasi western, mentre le indagini sono svolte dalle forze dell'ordine e, soprattutto, da soggetti estranei all'ordinamento statale, ma inseriti in un costume arcaico, dove predominano i rapporti personali. Ed è proprio la descrizione dei rapporti personali e di come questi evolvono in una società apparentemente chiusa, ma, in realtà, fortemente influenzata dagli apporti esterni, a costituire uno dei due maggiori punti di forza del libro, assieme alla descrizione di una natura dura, scabra e piena di fascino, che coinvolge fortemente il lettore. Mi è anche piaciuto molto il personaggio di Barore Cannas, per come si rapporta con la vecchiaia e con i primi scricchiolii del suo potere. Meno riuscito, secondo me, quello di Roberto Cherchi, che mi sembra troppo stereotipato. Personalmente spero che la serie continui e che nei prossimi romanzi le indagini ed i processi di Quirico D'Escard ed Antonella Demelas ritornino ad avere lo spazio che meritano.