Come ci sente ad amare profondamente qualcuno con disturbi psicologici? Me lo sono chiesta più volte mentre leggevo Non fidarti della notte. Vuol dire caricarsi addosso una croce e vivere nella costante ansia che l’altro crea anche nella nostra anima. Eppure questo non sembra aver scalfito l’amore che Dalia prova per Gabriele, nonostante i problemi e la lontananza per quattro lunghi anni. Ma davvero Gabriele è così disturbato? Immagina tutto oppure c’è qualcosa di reale nelle sue ossessioni? Nella residenza Magnolia, un centro per donne disadattate, Irene una giovane ospite della residenza è stata uccisa barbaramente e ogni indizio sembra portare a Gabriele, un uomo psichicamente disturbato che negli ultimi tempi era ossessionato da lei e da strani sogni premonitori che ne preannunciavano la morte. Gabriele chiama Dalia per chiederle aiuto perché, nonostante tutto, sa che lei saprà credergli. Mentre osserviamo lo svolgersi della vicenda ci chiediamo cosa sia vero e cosa no, si tratta davvero di un complotto ai danni di Gabriele da parte di qualcuno che conosce i suoi disturbi? Oppure è lui il colpevole, magari inconsapevole, che ha semplicemente concretizzato le suggestioni dei suoi incubi notturni? Dalia crede all’innocenza dell’uomo che ama e decide di indagare con tutti i mezzi di cui dispone, nello stesso tempo però, questo momento, diventa anche un’occasione per riflettere sul passato, sull’incontro con Gabriele dieci anni prima e sul loro innamoramento, ma soprattutto sul modo di essere di Gabriele e sui suoi problemi psichici che hanno portato, in qualche modo, al loro allontanamento. Anche se lei stessa non è esente da colpe. È un thriller psicologico che mantiene sempre alta la tensione in un crescendo di colpi di scena. Non tutto è come sembra e si resta con il fiato sospeso, fino all’imprevedibile finale.