Recensione cliente

Recensito in Italia 🇮🇹 il 26 dicembre 2017
Attendevo da un po' il nuovo romanzo di Marco Vichi con il commissario Bordelli e i suoi racconti. È vero che i crimini di cui si occupa il commissario e le indagini relative rimangono sullo sfondo, ma chi ha seguito dall'inizio l'evoluzione di questo personaggio, può cogliere la naturale maturazione di un uomo inserito in un ben delineato momento storico-sociale di crisi politica e nuovi giovanili fermenti che incuriosiscono e attraggono l'ex partigiano Bordelli il quale non può accettare che tutto cambi per restare com'è. Personalmente, amo le storie che raccontano gli amici che si riuniscono per delle serate di cene pantagrueliche( che voglia di assaggiare quei piatti!) e abbondanti libagioni, le quali storie, a mio parere, rappresentano la chiave di lettura di ogni romanzo di Vichi-Bordelli. L'autore, dal presente in cui vive il commissario, attraverso le voci narrati di Piras , Botta, Diotivede, Dante, il colonnello Arcieri e qualche nuovo aggiunto, ci racconta le nostre passioni, ci mostra i moventi delle nostre azioni, ci fa sorridere commuovere inorridire... Poco importa se le indagini procedono, se i colpevoli siano puniti abbastanza severamente, se i casi si risolvono o rimangano insoluti. La vita è questa: un procedere tra momenti di attesa e improvvise illuminazioni, fantasie e delusioni, tragiche e amare consapevolezze e irrinunciabili speranze, eccessi di cui pentirsi subito dopo e pacato dominio dei sensi. Forse Vichi ci vuole suggerire proprio questo : nel più bel sogno non possiamo che esserci solo noi.
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