Recensione cliente

Recensito in Italia 🇮🇹 il 11 ottobre 2020
Il secondo libro della tetralogia mi aveva un po' deluso perché sembrava mostrare un universo a sé rispetto al primo. Ecco allora che il terzo li riunisce, riportando in scena Daniel e Fermín e intrecciando il loro passato con quello di David Martín. Dopo un lungo flashback che, negli anni di prigionia di Fermín sotto il regime franchista, rivela un importante intreccio che coinvolge vecchi e nuovi personaggi, dalle ombre di Barcellona emerge quella di un Daniel accecato dalla rabbia, tra un presunto tradimento da parte della moglie e la caccia all'assassino della madre Isabella.
Nonostante sia un po' corto rispetto al resto della saga, il romanzo ha sempre una lettura scorrevole e piacevole, e ho molto apprezzato il ritorno dell'alternanza di narratori fra le diverse sezioni, tecnica peculiare dell'autore ma assente nel secondo libro.
In definitiva, "Il prigioniero del cielo" svolge egregiamente il ruolo di un ponte che collega i primi due libri e prepara il lettore al grande volume finale, e posso finalmente dire di aver "perdonato" il secondo libro per essere un po' troppo sui generis.
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