Queste mezze penne rigate, contraddistinte dal n°154, sono contrassegnate dal marchio VOIELLO, conosciuto in tutto il mondo, il quale identifica una storica azienda, originaria di Torre Annunziata (NA), che oggi produce la sua pasta nello stabilimento di Marcianise (CE) della Barilla, gruppo del quale è entrata a far parte sin dagli anni Settanta del secolo scorso. Si tratta, in effetti, di uno dei numerosi brand che compongono l’ampio portafoglio della citata multinazionale parmense, la quale, com’è noto, opera nei settori della pasta secca, dei sughi pronti, dei prodotti da forno, della farina e del pane. Giova sottolineare che l’articolo in parola si fregia dell’etichetta “Climate Pledge Friendly”, rappresentata da una clessidra alata di colore verde, la quale permette di individuare rapidamente i prodotti titolari di almeno una delle 43 certificazioni di sostenibilità ambientale, attualmente riconosciute da Amazon. In particolare, il pacco di pasta in commento gode della validazione “Compact by Design”, creata da Amazon stesso, la quale identifica quegli articoli con un design più efficiente, ottenuto tramite la rimozione dell’aria e dell’acqua in eccesso; tale operazione, implicando una contrazione delle dimensioni e del peso, comporta un minor impiego di imballaggio e rende più agevole la spedizione; applicata su larga scala, si traduce in una significativa riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Nello specifico, la confezione di 500 g è rappresentata da una variopinta busta di polietilene ad uso alimentare, come si evince dalla presenza del simbolo “bicchiere e forchetta”, che assevera, appunto, il rispetto del Regolamento (CE) n. 1935/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio, riguardante i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari. Sul lato esterno dell’incarto sono riportate le caratteristiche dell’alimento, il quale è chiaramente visibile attraverso le 3 zone trasparenti realizzate a tal fine (una frontale e due laterali). Questo tipo di packaging brilla per efficienza; infatti, può essere facilmente aperto senza l’impiego delle forbici; inoltre, è piuttosto resistente in fase di trasporto e scherma validamente la generalità di agenti esterni (luce, umidità, ossigeno, odori, ecc.), garantendo un’appagante stabilità dell’alimento. All’interno dell’astuccio, in effetti, non ho registrato né la presenza di aria, né di umidità, che sono i principali artefici della contaminazione e della rapida degradazione dei cibi. Ho, inoltre, constatato che quest’azione protettiva persiste pure dopo l’apertura del sacchetto, poiché sul retro troviamo un nastro adesivo riposizionabile, il quale, staccato e applicato alla sua sommità, ne permette la richiusura ermetica. L’etichettatura, in lingua italiana, risulta chiara ed esauriente; il consumatore trova tutte le informazioni, non solo nutrizionali, di cui ha bisogno, riguardo alle quali, per motivi di brevità, rinvio prevalentemente alle foto che ho accluso. Mi limito solo ad evidenziare alcuni dati salienti, che ritengo possano aiutare il potenziale acquirente a comprendere se l’articolo risponda o meno ai suoi gusti e alle sue esigenze alimentari. Dalla lista degli ingredienti, emerge che la pasta è realizzata esclusivamente con semola di grano “Aureo”, una varietà di grano duro che Voiello, oltre 10 anni fa, ha messo a punto con una nota azienda emiliana (la “Produttori Sementi Bologna”), senza l’impiego di OGM. L’obiettivo – pienamente raggiunto👌 – era quello di ottenere un tipo di frumento che, per il suo elevato contenuto proteico (che, nel caso di specie, raggiunge addirittura il 14,5%) e per l’ottimo indice qualitativo del glutine, permettesse di realizzare una pasta in grado di resistere bene alla cottura e di rimanere “sempre” al dente. Questo grano di alta qualità ha l’ulteriore pregio di essere al 100% italiano. È, infatti, coltivato in alcune zone del Centro-Sud Italia (Abruzzo, Molise, Beneventano, Puglia e Basilicata), dove, in conformità alla normativa di settore nazionale e comunitaria, durante le fasi di “pre-raccolta” non viene trattato con glifosato (l’erbicida più diffuso al mondo, che la IARC – l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro con sede a Lione – ha inserito nella categoria dei “probabili cancerogeni”). La sua macinatura avviene ad Altamura (BA), località rinomata, tra le altre cose, per gli efficienti impianti molitorî. Oltre che per le qualità sinora celebrate, il cereale in parola si distingue per il basso impatto ambientale, in quanto la sua produzione avviene con risparmio di acqua e di energia elettrica, grazie pure all’impiego di fonti rinnovabili. La pasta, come già detto, prende forma nell’impianto di Marcianise (CE) della Barilla, il quale si fregia di numerose certificazioni, rilasciate da enti indipendenti dal produttore, tra cui: la “FSSC 22000”; le “ISO 14001” e “ISO 50001”; la “OSHAS 18001”. Non potendo soffermarmi, per le anzidette ragioni di economia testuale, su tali validazioni, rimarco solamente che esse presuppongono una serie di stringenti controlli, per cui sono foriere di alta qualità, igiene e sicurezza alimentare, alle quali contribuisce anche l’accurato sistema di tracciabilità, utilizzato dall’azienda per monitorare costantemente la catena di fornitura. La tabella nutrizionale rivela che l’apporto calorico per 100 g di prodotto è di 359 kcal (grassi: 2,0 g, dei quali solamente 0,4 g sono di acidi grassi saturi; carboidrati: 69,7 g, di cui 3,5 g di zuccheri; proteine: 14,0 g; fibre: 3,0 g; sale: 0,013 g). Non manca sull’incarto il lotto di produzione e il c.d. “termine minimo di conservazione” (o “TMC”), il quale, preceduto dalla solita formula “da consumarsi preferibilmente entro”, è collocato sufficientemente avanti nel tempo (circa 20 mesi rispetto al momento della consegna). Ricordo a me stesso che tale data rappresenta la soglia temporale fino alla quale l’alimento mantiene intatte le sue proprietà, se conservato correttamente. Superato tale termine, non diventa pericoloso per la salute; sarà ancora possibile consumarlo, ma le sue qualità organolettiche inizieranno a subire una progressiva flessione. Non viene, invece, indicato un c.d. “PAO” (“period after opening”), ossia una soglia temporale entro cui consumare la pasta, una volta aperta la confezione; l’importante, come suggerisce lo stesso produttore, è conservarla in un luogo fresco e asciutto. Completa l’etichettatura, l’indicazione del quantitativo contenuto (500 g), affiancata dalla “℮” che rappresenta il c.d. “simbolo di stima”, il quale certifica che il divario tra la quantità effettiva contenuta nella confezione e quella nominale riportata in etichetta non eccede i limiti fissati dalla normativa dell’Unione Europea. Non ci sono, invece, ragguagli afferenti alla compatibilità con i vari regimi alimentari; viene sottolineata solo la possibile presenza di tracce di soia e di senape. Queste mezze penne n°154 si prestano alla forchettata generosa; a volte, per acchiapparne di più, le mangerei, addirittura, col cucchiaio, in barba al galateo😄. Hanno, infatti, una lunghezza di 30 mm, a fronte dei 50 mm del formato tradizionale n°152, del quale, però, replicano sia il diametro di 8,67 mm che lo spessore di 1,35 mm. Di colore giallo paglierino opaco, non presentano imperfezioni: tutte integre, senza crepe e totalmente prive di puntini bianchi o neri. Sono ricoperti da una patina bianca di polvere di amido, ben percettibile anche al tatto, che testimonia la trafilatura al bronzo; quest’ultima, come sappiamo, rispetto a quella al teflon, comporta una migliore conservazione delle qualità nutritive (in particolare, una minore perdita di sali minerali e vitamine) e organolettiche del grano; merito anche della successiva essiccazione, la quale è più lunga e avviene a temperatura nettamente inferiore. Un ulteriore prodromo della trafilatura al bronzo di questa pasta è rappresentato dalla sua superficie esterna ruvida e porosa, la quale ha il pregio, congiuntamente alla suddetta polvere di amido, di trattenere ogni tipo di condimento. Nel caso di questa mezza penna, ad impedire che sughi e salse scivolino via, concorre sensibilmente anche una rigatura piuttosto pronunciata, la quale, analogamente a quanto accade per la penna tradizionale di Voiello, ha un valore aggiunto: non interessa la sola superficie esterna, ma anche quella interna. Ciò implica che il condimento, oltre ad attaccarsi esternamente alla penna, una volta penetrato al suo interno tramite il foro, vi rimane bloccato con sommo gaudio del nostro palato!😋 Il tempo di cottura di questo formato è di 11 minuti, trascorsi i quali la pasta rimane piacevolmente al dente; anche se resta sul fuoco un po’ di più, non scuoce; inoltre, pure dopo essere stata scolata, conserva per diversi minuti tutte le sue caratteristiche: non diventa collosa, né tende ad appiccicarsi. È piuttosto soda con un lo stesso apprezzabile grado di durezza sia esternamente che internamente; offre, in effetti, una buona resistenza alla masticazione, che è la medesima per tutto il suo corpo. Questa valida consistenza, oltre ad essere omogenea, si rivela corposa, tenace e farinosa; inoltre, è abbinata ad una pregevole elasticità (da non confondere con “gommosità”); se infatti schiacciamo una mezza penna con la forchetta, nel momento in cui allentiamo la pressione tende a riacquistare la sua forma originaria. Sia l’odore che il sapore sono molto gradevoli; è ben percettibile il sentore di grano. Se si assaggia la pasta priva di condimento, dopo averla cotta al dente in acqua senza sale, emerge un perfetto equilibrio tra la dolcezza dell’amido e l’acidità maturata per effetto della fermentazione intervenuta nel corso della lavorazione. Questo formato è infinitamente versatile; la sfilza di primi piatti per i quali lo utilizzo si arricchisce vieppiù, quindi qualsiasi tentativo di elencazione risulterebbe riduttivo. Ritengo più sensato fare appello alle innumerevoli ricette rinvenibili sul sito della Voiello, le quali integrano una buona base di partenza per dare sfogo alla propria inventiva culinaria.
🤔LE CONSIDERAZIONI FINALI👨🏽💻 Le argomentazioni dedotte nelle righe che precedono e le conseguenti considerazioni sviluppate mi portano ad esprimere un giudizio complessivamente positivo sulla qualità e sulla gradevolezza del prodotto, da cui discende una valutazione di congruità riguardo al prezzo di 0,89 euro, al quale viene attualmente venduta la confezione da 500 g. Un importo, equivalente ad un costo al chilogrammo di 1,78 euro, il quale, sulla scòrta di un’analisi comparativa piuttosto accurata, reputo anche particolarmente competitivo.
5,0 su 5 stelle
“Boooneee”!😋
Recensito in Italia 🇮🇹 il 3 novembre 2022
Queste mezze penne rigate, contraddistinte dal n°154, sono contrassegnate dal marchio VOIELLO, conosciuto in tutto il mondo, il quale identifica una storica azienda, originaria di Torre Annunziata (NA), che oggi produce la sua pasta nello stabilimento di Marcianise (CE) della Barilla, gruppo del quale è entrata a far parte sin dagli anni Settanta del secolo scorso. Si tratta, in effetti, di uno dei numerosi brand che compongono l’ampio portafoglio della citata multinazionale parmense, la quale, com’è noto, opera nei settori della pasta secca, dei sughi pronti, dei prodotti da forno, della farina e del pane. Giova sottolineare che l’articolo in parola si fregia dell’etichetta “Climate Pledge Friendly”, rappresentata da una clessidra alata di colore verde, la quale permette di individuare rapidamente i prodotti titolari di almeno una delle 43 certificazioni di sostenibilità ambientale, attualmente riconosciute da Amazon. In particolare, il pacco di pasta in commento gode della validazione “Compact by Design”, creata da Amazon stesso, la quale identifica quegli articoli con un design più efficiente, ottenuto tramite la rimozione dell’aria e dell’acqua in eccesso; tale operazione, implicando una contrazione delle dimensioni e del peso, comporta un minor impiego di imballaggio e rende più agevole la spedizione; applicata su larga scala, si traduce in una significativa riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Nello specifico, la confezione di 500 g è rappresentata da una variopinta busta di polietilene ad uso alimentare, come si evince dalla presenza del simbolo “bicchiere e forchetta”, che assevera, appunto, il rispetto del Regolamento (CE) n. 1935/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio, riguardante i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari. Sul lato esterno dell’incarto sono riportate le caratteristiche dell’alimento, il quale è chiaramente visibile attraverso le 3 zone trasparenti realizzate a tal fine (una frontale e due laterali). Questo tipo di packaging brilla per efficienza; infatti, può essere facilmente aperto senza l’impiego delle forbici; inoltre, è piuttosto resistente in fase di trasporto e scherma validamente la generalità di agenti esterni (luce, umidità, ossigeno, odori, ecc.), garantendo un’appagante stabilità dell’alimento. All’interno dell’astuccio, in effetti, non ho registrato né la presenza di aria, né di umidità, che sono i principali artefici della contaminazione e della rapida degradazione dei cibi. Ho, inoltre, constatato che quest’azione protettiva persiste pure dopo l’apertura del sacchetto, poiché sul retro troviamo un nastro adesivo riposizionabile, il quale, staccato e applicato alla sua sommità, ne permette la richiusura ermetica. L’etichettatura, in lingua italiana, risulta chiara ed esauriente; il consumatore trova tutte le informazioni, non solo nutrizionali, di cui ha bisogno, riguardo alle quali, per motivi di brevità, rinvio prevalentemente alle foto che ho accluso. Mi limito solo ad evidenziare alcuni dati salienti, che ritengo possano aiutare il potenziale acquirente a comprendere se l’articolo risponda o meno ai suoi gusti e alle sue esigenze alimentari. Dalla lista degli ingredienti, emerge che la pasta è realizzata esclusivamente con semola di grano “Aureo”, una varietà di grano duro che Voiello, oltre 10 anni fa, ha messo a punto con una nota azienda emiliana (la “Produttori Sementi Bologna”), senza l’impiego di OGM. L’obiettivo – pienamente raggiunto👌 – era quello di ottenere un tipo di frumento che, per il suo elevato contenuto proteico (che, nel caso di specie, raggiunge addirittura il 14,5%) e per l’ottimo indice qualitativo del glutine, permettesse di realizzare una pasta in grado di resistere bene alla cottura e di rimanere “sempre” al dente. Questo grano di alta qualità ha l’ulteriore pregio di essere al 100% italiano. È, infatti, coltivato in alcune zone del Centro-Sud Italia (Abruzzo, Molise, Beneventano, Puglia e Basilicata), dove, in conformità alla normativa di settore nazionale e comunitaria, durante le fasi di “pre-raccolta” non viene trattato con glifosato (l’erbicida più diffuso al mondo, che la IARC – l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro con sede a Lione – ha inserito nella categoria dei “probabili cancerogeni”). La sua macinatura avviene ad Altamura (BA), località rinomata, tra le altre cose, per gli efficienti impianti molitorî. Oltre che per le qualità sinora celebrate, il cereale in parola si distingue per il basso impatto ambientale, in quanto la sua produzione avviene con risparmio di acqua e di energia elettrica, grazie pure all’impiego di fonti rinnovabili. La pasta, come già detto, prende forma nell’impianto di Marcianise (CE) della Barilla, il quale si fregia di numerose certificazioni, rilasciate da enti indipendenti dal produttore, tra cui: la “FSSC 22000”; le “ISO 14001” e “ISO 50001”; la “OSHAS 18001”. Non potendo soffermarmi, per le anzidette ragioni di economia testuale, su tali validazioni, rimarco solamente che esse presuppongono una serie di stringenti controlli, per cui sono foriere di alta qualità, igiene e sicurezza alimentare, alle quali contribuisce anche l’accurato sistema di tracciabilità, utilizzato dall’azienda per monitorare costantemente la catena di fornitura. La tabella nutrizionale rivela che l’apporto calorico per 100 g di prodotto è di 359 kcal (grassi: 2,0 g, dei quali solamente 0,4 g sono di acidi grassi saturi; carboidrati: 69,7 g, di cui 3,5 g di zuccheri; proteine: 14,0 g; fibre: 3,0 g; sale: 0,013 g). Non manca sull’incarto il lotto di produzione e il c.d. “termine minimo di conservazione” (o “TMC”), il quale, preceduto dalla solita formula “da consumarsi preferibilmente entro”, è collocato sufficientemente avanti nel tempo (circa 20 mesi rispetto al momento della consegna). Ricordo a me stesso che tale data rappresenta la soglia temporale fino alla quale l’alimento mantiene intatte le sue proprietà, se conservato correttamente. Superato tale termine, non diventa pericoloso per la salute; sarà ancora possibile consumarlo, ma le sue qualità organolettiche inizieranno a subire una progressiva flessione. Non viene, invece, indicato un c.d. “PAO” (“period after opening”), ossia una soglia temporale entro cui consumare la pasta, una volta aperta la confezione; l’importante, come suggerisce lo stesso produttore, è conservarla in un luogo fresco e asciutto. Completa l’etichettatura, l’indicazione del quantitativo contenuto (500 g), affiancata dalla “℮” che rappresenta il c.d. “simbolo di stima”, il quale certifica che il divario tra la quantità effettiva contenuta nella confezione e quella nominale riportata in etichetta non eccede i limiti fissati dalla normativa dell’Unione Europea. Non ci sono, invece, ragguagli afferenti alla compatibilità con i vari regimi alimentari; viene sottolineata solo la possibile presenza di tracce di soia e di senape. Queste mezze penne n°154 si prestano alla forchettata generosa; a volte, per acchiapparne di più, le mangerei, addirittura, col cucchiaio, in barba al galateo😄. Hanno, infatti, una lunghezza di 30 mm, a fronte dei 50 mm del formato tradizionale n°152, del quale, però, replicano sia il diametro di 8,67 mm che lo spessore di 1,35 mm. Di colore giallo paglierino opaco, non presentano imperfezioni: tutte integre, senza crepe e totalmente prive di puntini bianchi o neri. Sono ricoperti da una patina bianca di polvere di amido, ben percettibile anche al tatto, che testimonia la trafilatura al bronzo; quest’ultima, come sappiamo, rispetto a quella al teflon, comporta una migliore conservazione delle qualità nutritive (in particolare, una minore perdita di sali minerali e vitamine) e organolettiche del grano; merito anche della successiva essiccazione, la quale è più lunga e avviene a temperatura nettamente inferiore. Un ulteriore prodromo della trafilatura al bronzo di questa pasta è rappresentato dalla sua superficie esterna ruvida e porosa, la quale ha il pregio, congiuntamente alla suddetta polvere di amido, di trattenere ogni tipo di condimento. Nel caso di questa mezza penna, ad impedire che sughi e salse scivolino via, concorre sensibilmente anche una rigatura piuttosto pronunciata, la quale, analogamente a quanto accade per la penna tradizionale di Voiello, ha un valore aggiunto: non interessa la sola superficie esterna, ma anche quella interna. Ciò implica che il condimento, oltre ad attaccarsi esternamente alla penna, una volta penetrato al suo interno tramite il foro, vi rimane bloccato con sommo gaudio del nostro palato!😋 Il tempo di cottura di questo formato è di 11 minuti, trascorsi i quali la pasta rimane piacevolmente al dente; anche se resta sul fuoco un po’ di più, non scuoce; inoltre, pure dopo essere stata scolata, conserva per diversi minuti tutte le sue caratteristiche: non diventa collosa, né tende ad appiccicarsi. È piuttosto soda con un lo stesso apprezzabile grado di durezza sia esternamente che internamente; offre, in effetti, una buona resistenza alla masticazione, che è la medesima per tutto il suo corpo. Questa valida consistenza, oltre ad essere omogenea, si rivela corposa, tenace e farinosa; inoltre, è abbinata ad una pregevole elasticità (da non confondere con “gommosità”); se infatti schiacciamo una mezza penna con la forchetta, nel momento in cui allentiamo la pressione tende a riacquistare la sua forma originaria. Sia l’odore che il sapore sono molto gradevoli; è ben percettibile il sentore di grano. Se si assaggia la pasta priva di condimento, dopo averla cotta al dente in acqua senza sale, emerge un perfetto equilibrio tra la dolcezza dell’amido e l’acidità maturata per effetto della fermentazione intervenuta nel corso della lavorazione. Questo formato è infinitamente versatile; la sfilza di primi piatti per i quali lo utilizzo si arricchisce vieppiù, quindi qualsiasi tentativo di elencazione risulterebbe riduttivo. Ritengo più sensato fare appello alle innumerevoli ricette rinvenibili sul sito della Voiello, le quali integrano una buona base di partenza per dare sfogo alla propria inventiva culinaria.
🤔LE CONSIDERAZIONI FINALI👨🏽💻 Le argomentazioni dedotte nelle righe che precedono e le conseguenti considerazioni sviluppate mi portano ad esprimere un giudizio complessivamente positivo sulla qualità e sulla gradevolezza del prodotto, da cui discende una valutazione di congruità riguardo al prezzo di 0,89 euro, al quale viene attualmente venduta la confezione da 500 g. Un importo, equivalente ad un costo al chilogrammo di 1,78 euro, il quale, sulla scòrta di un’analisi comparativa piuttosto accurata, reputo anche particolarmente competitivo.