La recensione più positiva
4,0 su 5 stelleEsperimento
Recensito in Italia 🇮🇹 il 4 febbraio 2020
Premesso che non ho letto i precedenti di questo autore, con protagonista il commissario Lupo, quando ho avvicinato questo libro mi sono sentita spiazzate e anche un po' irritata; la lingua utilizzata dall'autore, infatti, è frutto di una scelta stilistica molto rischiosa. L'autore utilizza abbondantemente il vernacolo romano, e la particolarità (che ricorda in qualche modo Bukowski!) è innanzitutto dovuta al fatto che i dialoghi non sono segnalati da nessun segno ortografico (virgolette, trattini), ma inseriti direttamente nella narrazione. Se, da un lato, questa scelta vivacizza la narrazione tutta, dall'altra a mio parere ne appiattisce il ritmo, creando un continuum che non crea picchi (né in alto né in basso) nel lettore. Inoltre si tratta di un metaromanzo, con numerosi rimandi all'autore, all'editore, ai romanzi precedenti. Anche questo elemento, ai fini della storia, credo diventi un poco penalizzante. La vicenda scorre quindi tra una caratterizzazione dei personaggi abbastanza accurata ed efficace, e la risoluzione del caso in sé. La trama, all'interno di una forma così fuori dai limiti tradizionali, ne soffre un po'. Però premio con le mie quattro stelle l'originalità di quest'opera, che credo vada letta proprio per i numerosi esperimenti stilistici, come esperimento di metaletteratura. Ridondanti (secondo il mio gusto personale) le citazioni letterarie, molto riuscite invece le descrizioni femminili e le evocazioni dello stato d'animo dei personaggi, soprattutto quelli legati all'interazione con queste femmine. Consigliato come esperimento di lettura.