La recensione più critica
3,0 su 5 stelleGiudizio in stand by
Recensito in Italia 🇮🇹 il 14 giugno 2020
C'è qualcosa che non mi convince appieno di questo romanzo. La descrizione dei luoghi è pressoché perfetta, sono i luoghi di mia nonna e mi è quasi sembrato di averli davanti, quasi di sentire il freddo di quella foresta millenaria.
La storia potrebbe essere avvincente ma è troppo intervallata dalle vicende di personaggi secondari e anche principali, che non sono funzionali alla storia. Sembrano messe lì per fare solo numero di pagine. Si potrebbero saltare a piè pari senza nulla togliere al filo della narrazione. Alcuni espedienti narratori sono alquanto scontati e banali, altri inutili, come il fatto che la moglie di una delle vittime ha una relazione clandestina. Questo fatto rimane sospeso, ci sia aspetta uno sviluppo che poi non arriva.
Probabilmente come ha detto qualcuno non è un vero thriller, a metà libro avevo già quasi capito tutto e ho letto la parte finale con malavoglia.
Quanto al personaggio di Teresa Battaglia potrebbe essere interessante, il fatto che sia una donna di mezza età è originale ma il carattere burbero la fanno troppo assomigliare al commissario Van Veeteren di Nesser, senza avere la potenza narrativa dello scrittore svedese, scrittore che io amo molto. Infine troppa carne al fuoco: un aborto causato da una violenza domestica, un imminente Alzheimer e il diabete è veramente un po' troppo.
So che Ilaria Tuti è stata scoperta grazie a un concorso letterario e l'ingenuità dell'opera d'esordio si notano tutte. Mi appresto a leggere Ninfa Dormiente per capire se sia una vera scrittrice o si sia gridato al capolavoro per dare fiato a un'editoria sempre più, appunto, dormiente.