Dopo aver letto diversi suoi libri, la lettura di questa raccolta di estratti dal suo diario personale, è l'imprescindibile compimento della conoscenza di un uomo del secolo scorso, che ha vissuto il suo tempo con intensità e passione come pochissimi altri. Tiziano Terzani non era un uomo perfetto, nessuno lo è, anche volendo badare solo alle sue considerazioni morali, religiose o politiche, io personalmente non condivido il suo pensiero in maniera integrale. Ma ciò è irrilevante, perché questo libro va oltre tutto questo e non racconta delle lotte intraprese contro i regimi o i governi con cui si è confrontato nel corso della sua carriera professionale. Parla invece della lotta contro i suoi demoni. Un uomo nato da una famiglia povera, in una comunità che già da ragazzo considerava non all'altezza dei propri orizzonti. Che solo diciannovenne, alla fidanzata e futura moglie dedicava "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi" di Pavese, che pure dopo un avvio di carriera dirigenziale che chiunque avrebbe comunemente detto sfolgorante, ancora non era pago, ancora non trovava risposta ai suoi tormenti interiori, e quindi la pace interiore che continuava a sfuggirgli e per la quale aveva deciso di mettersi in viaggio, perennemente. La dovizia di particolari con cui nel suo diario ha affrontato la depressione cronica di cui era vittima, scevra di qualunque sentimentalismo o facile retorica, la "belva oscura" come la chiamava lui, la franchezza con cui parla del disagio che questa gli causava nel relazionarsi con gli altri, anche con i suoi familiari a cui pure incessantemente dichiara il suo amore e devozione, offrono a chi lo legge un pure modesto, ma franco e saldo conforto, che deriva dal sapere che anche nella solitudine di questo immenso vuoto in cui il Mistero ci pone, non siamo soli. Lo si legge come un romanzo d'avventura, divorando le pagine una dopo l'altra, lasciandosi colpire dallo stile inevitabilmente asciutto e diretto, e almeno personalmente sempre affiancato da un dubbio: se pure quest'uomo di innegabile intelligenza e straordinaria sensibilità, che dalla vita ha avuto non solo la carriera professionale che desiderava ma anche una moglie e dei figli che amava e da cui era ricambiato, che ha attraversato il Vecchio Mondo in lungo e in largo e ricambiando la generosità di cui ha beneficiato con un impegno sociale da cui gli è derivata proprio la sua fama internazionale di giornalista e per le cui vicende avventurose non poteva fare a meno di scrivere a sua moglie "quando saremo vecchi ne avremo di cose da raccontare" pure era tormentato da un'inestinguibile tristezza e male di vivere, dove è allora incontrabile la pace? Credo questo sia infine proprio il pregio di questo libro, restituire a ognuno dei suoi lettori un impareggiabile compagno di viaggio, senza nessuna risposta confezionata, ma instancabile nella ricerca di domande.